Resistenza di una Chiesa antagonista

giovedì, 13 giugno 2017 - Sant'Antonio da Padova

L'arcivescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, ha appena dato alle stampe il libro “La Chiesa Italiana e il futuro della pastorale sociale” (Edizioni Cantagalli). Riporto alcuni significativi stralci, ripresi dal mensile di apologetica Il Timone (grassetto mio):

Oggi le persone più avvertite del pericolo in corso sono i laici. Non quelli che hanno già scelto la strada del pastoralismo e che propongono nuove “scelte religiose” che consistono, nella sostanza, nel non farsi più carico pubblicamente delle esigenze della difesa della natura umana, considerando l'impegno sociale e politico come completamente laico, pluralista e secolare. Ci sono oggi molti laici che avvertono con chiarezza che l'impegno delle forze laiciste nei confronti della natura umana è da ultimo indirizzat[o] verso il fondamento trascendente. La condanna per legge del cristianesimo mediante la condanna per legge della natura porrà enormi sfide al diritto all'obiezione di coscienza dei cattolici. [...] Quando la post-naturalità diventerà diritto la naturalità diventerà reato. Se lo Stato garantisce alla donna il diritto di abortire, al medico non sarà più concessa l'obiezione di coscienza. Questo avverrà anche in molti altri campi e colpirà i cattolici nelle farmacie, negli ambulatori, negli ospedali, nelle scuole, negli uffici comunali, nei tribunali. I cristiani che vorranno ancora essere fedeli al principio che tra salvezza e creazione non c'è opposizione e che non si adatteranno alla tesi della “doppia verità” dovranno soffrire e combattere per poter fare obiezione di coscienza. Ebbene, da queste vicende di resistenza, attorno a queste battaglie di frontiera sorgeranno i nuclei di una nuova pastorale sociale che non vuole separare la carità dalla verità.

Questo riguarda in primo luogo i laici, come ho detto, ma non ne andranno esenti i sacerdoti. Nel 1789 in Francia l'Assemblea nazionale costituente approvò la costituzione civile del Clero e i sacerdoti si divisero in due gruppi, i costituzionali che giurarono fedeltà alla legge e i refrattari, che vennero perseguitati e trucidati perché non giurarono. Si va verso una simile situazione, come provano i numerosi fatti di incriminazione di sacerdoti e vescovi, qui in Occidente, per il solo fatto di aver ricordato i principi della legge morale naturale. [...] Gran parte del clero e dell'episcopato sembra essere in ritardo rispetto a questo, rischiando di essere tradito da chi propone di accettare il pluralismo sulle questioni di natura e contemporaneamente superato da chi organizza la resistenza per trasformarla in ripresa.

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La Chiesa iniziò la sua pastorale sociale contro lo Stato, come abbiamo già avuto modo di dire a proposito di Leone XIII, quando lo Stato divenne anticristiano. Il non expedit di Pio IX era l'invito ai cattolici ad una generale obiezione di coscienza nei confronti dello Stato e della politica. Poi, si sa le cose cambiarono e con esse l'atteggiamento dei cattolici verso lo Stato. [...] Però ecco che oggi il problema ritorna. [...] Mi chiedo se siamo preparati ad affrontarlo, perché esso comporterà un cambiamento notevole nella pastorale sociale. Essa, da orientata a collaborare con lo Stato, inteso qui in tutte le sue articolazioni, e animata da una visione positiva della politica e del mondo, sarebbe costretta ad assumere una posizione antagonista, come ai tempi del non expedit. [...] Si dovrà ancora impostare [come nel 1789] una pastorale non dico contro ma almeno in uscita dallo Stato?

“Pio IX”, George Peter Alexander Healy (1871)